I traumi da shock


Considerando perciò questa distinzione di base, tante possono essere le cause dei traumi da shock e qui di seguito tentiamo un elenco non definitivo di eventi che quasi sempre causano reazioni traumatiche molto intense:

  • guerra
  • abusi e molestie sessuali
  • stupro (soprattutto con la mano sulla bocca)
  • violenze fisiche
  • disastri naturali (terremoti, alluvioni, uragani, incendi, ecc.)
  • attacchi da animali feroci
  • assistere a violenze, stupri, ecc.
  • grossi incidenti di varia natura (stradali, sportivi, ecc.)
  • assistere a un incidente, specie se cruento, con grande spargimento di sangue
  • essere causa involontaria di lesioni o morte di altre persone ferite da taglio o da fuoco
  • cadute, urti molto violenti, lesioni craniche
  • rischio d'annegamento, asfissia, gravi ustioni
  • soffrire un grave lutto, improvviso e/o inaspettato
  • separazione dal proprio ambiente sociale e dal proprio ambiente naturale
  • mobbing, stalking
  • altro...




Qui di seguito invece facciamo un elenco di eventi potenzialmente traumatizzanti ma che spesso non sono considerati tali, cioè eventi che possono lasciare traccia (cioè sintomi) ma che difficilmente, e per varie ragioni, non vengono riconosciuti e curati come eventi traumatici:

  • incidenti automobilistici di lieve entità, specialmente quelli che causano la sindrome da colpo di frusta (perfino leggeri tamponamenti a 20/30 km/h)
  • procedure mediche e dentarie invasive, ricoveri in ospedale, specie se molto prolungati, esami clinici, interventi chirurgici, soprattutto se praticati su bambini e sotto anestesia totale (molto utile, in questi casi, la prevenzione). Anche adulti che conoscono, a livello razionale, l’utilità di tali procedure, possono percepirle come un’aggressione (ad es. un esame pelvico)
  • immobilità prolungata, soprattutto per i bambini (ingessatura, fasciatura rigida, trazione)
  • esposizione a calore o freddo estremi
  • parto (sia per la madre che per il neonato)
  • cadute ed altre lesioni di lieve entità, specialmente se riguardano bambini e anziani (per es. un bambino che cade dalla bicicletta e vive un grosso spavento)
  • assunzione di allucinogeni o droghe
  • intossicazione
  • altro…

 


Qui di seguito invece facciamo un elenco di eventi potenzialmente traumatizzanti ma che spesso non sono considerati tali, cioè eventi che possono lasciare traccia (una traccia che può esprimersi con diversi sintomi) ma che difficilmente, e per varie ragioni, non vengono riconosciuti e curati come eventi traumatici:

  • incidenti automobilistici di lieve entità, specialmente quelli che causano la sindrome da colpo di frusta (perfino leggeri tamponamenti a 20/30 km/h)
  • procedure mediche e dentarie invasive, ricoveri in ospedale, specie se molto prolungati, esami clinici, interventi chirurgici, soprattutto se praticati su bambini e sotto anestesia totale (molto utile, in questi casi, la prevenzione). Anche adulti che conoscono, a livello razionale, l’utilità di tali procedure, possono percepirle come un’aggressione (ad es. un esame pelvico)
  • immobilità prolungata, soprattutto per i bambini (ingessatura, fasciatura rigida, trazione)
  • esposizione a calore o freddo estremi
  • parto (sia per la madre che per il neonato)
  • cadute ed altre lesioni di lieve entità, specialmente se riguardano bambini e anziani (per es. un bambino che cade dalla bicicletta e vive un grosso spavento)
  • assunzione di allucinogeni o droghe
  • intossicazione
  • altro…


sintomi che sono segnali di un vissuto traumatico hanno fondamentalmente una funzione di allarme interno. Un allarme che però va ascoltato e riconosciuto. La possibilità di comprenderli per ciò che è il loro reale significato aumenta anche la possibilità di attivare quelle risorse che ci possono sostenere ed aiutare nel percorso di cura.


Iniziare un percorso di cura dei propri traumi significa principalmente accrescere la propria coscienza organismica globale, cioè la propria consapevolezza (mentale, emotiva, corporea), e quindi iniziare a guarire dai traumi, integrandoli piano piano nella propria esperienza, nel proprio modo di essere e nella propria storia.

 



Share by: