I traumi complessi


Il concetto di trauma complesso (DPTS-c) è nato negli anni '90 con i lavori di Judith Herman e si sta sempre più sviluppando all’interno della comunità scientifica, nonostante trovi alcuni clinici in disaccordo.

 

Il trauma complesso (chiamato a volte "evolutivo"  o "cumulativo") ha a che fare basilarmente con le relazioni interpersonali, in particolare “si riferisce all’esperienza relativa a eventi traumatici multipli che si verificano nel sistema di cura primario” (Complex Trauma Task Force, 2003), cioè in quel sistema di cura che dovrebbe configurarsi per il bambino come prima risorsa per il suo senso di stabilità e sicurezza affettiva e che dovrebbe accompagnarlo per tutti gli anni del suo sviluppo psico-emotivo.

Se all’interno di questo sistema relazionale il bambino vive costanti esperienze di abuso e violenza (di vario genere), di abbandono, di maltrattamento e/o trascuratezza sistematica e prolungata, o anche solo assiste a violenze tra i membri del suo sistema di cura, allora la sua esperienza interna si struttura in gran parte intrecciandosi ad esperienze molto intense di paura e insicurezza, di disorientamento, minaccia e pericolo. Questo ha effetti potenti e duraturi sullo sviluppo della personalità del bambino, effetti che solitamente permangono e creano poi condizioni interne di forte tensione e paura che spesso si manifestano da adulti con disturbi della personalità, dipendenze, sindromi depressive, patologie psichiatriche, malattie croniche, ecc.

Le ferite subite all'interno delle prime relazioni di attaccamento (solitamente con i genitori) sono probabilmente le ferite più difficili da guarire perchè sono penetrate profondamente nella mente e nel corpo della persona e ne hanno formato l'identità in modo più o meno importante.

 

Ma se è vero che il trauma complesso ha effetti maggiormente devastanti quando abbiamo a che fare con l'esperienza infantile, è però riscontrabile anche in alcune brutali esperienze fatte in età adulta (ad esempio quando la vittima subisce torture o quando vive un rapimento che duri parecchio tempo).

 

Le principali categorie di sintomi del trauma complesso sono (van der Kolk et al., 2005):

1. Alterazioni nella regolazione delle emozioni e del comportamento, nello specifico: difficoltà di modulare la rabbia, comportamenti autolesivi, comportamenti o pensieri suicidari, problemi nel modulare il coinvolgimento sessuale, tendenza a mettere in atto comportamenti rischiosi (scarsa capacità autoprotettiva).

2. Disturbi della coscienza e dell'attenzione, nello specifico: amnesia, episodi dissociativi transitori, depersonalizzazione.

3. Somatizzazioni, nello specifico: disturbi ai sistemi digerente, cardiaco e polmonare, dolori cronici, disfunzioni sessuali, sintomi da conversione.

4. Alterazioni nella percezione di sè, nello specifico: senso d'impotenza e scarsa efficacia personale, senso di colpa eccessivo, sensazione di essere danneggiati, vergogna pervasiva, idea di non poter essere compresi.

5. Alterazioni nella percezione delle figure maltrattanti, nello specifico: tendenza ad assumere la prospettiva dell'altro, idealizzazione del maltrattante e timore di danneggiarlo.

6. Disturbi relazionali, nello specifico: difficoltà nell'avere fiducia negli altri, tendenza ad essere rivittimizzato, tendenza a vittimizzare gli altri.

7. Alterazioni nei significati personali, nello specifico: disperazione e senso di non poter essere aiutato, visione negativa di sè, perdita di convinzioni personali.

 

La terapia dei traumi complessi deve realizzarsi attraverso un serio e qualificato percorso psicoterapeutico che solitamente ha una durata di diversi anni e, in alcuni casi, può richiedere anche più interventi contemporaneamente (ad es. terapia farmacologica e/o terapia di gruppo).

Inoltre la psicoterapia dei traumi complessi, può essere ancora più efficace se integrata anche da un metodo di facilitazione della regolazione neurofisiologica, come può essere Somatic Experiencing®.


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