“Il comune denominatore di un trauma è un sentimento di intensa paura, impotenza, perdita di controllo e minaccia di annientamento”



J. Herman


Cos'è un trauma




Il trauma è un evento molto violento, solitamente inaspettato e di forte intensità, che è realmente pericoloso, o anche solo percepito come tale, per la nostra incolumità e/o sopravvivenza.

 

Ognuno di noi può aver vissuto diversi traumi nella propria vita, eventi fonte di fortissimo stress che ancora oggi ricordiamo bene (anche se spesso non ne vogliamo parlare) o che abbiamo invece rimosso dalla nostra memoria, tanto forte è stato l'impatto su di noi.


Eventi con queste caratteristiche sono chiamati solitamente traumi da shock o, più brevemente, shock. All'interno di questa categoria rientrano: catastrofi naturali (terremoti, inondazioni, ecc.), violenze ed aggressioni (sessuali o di altro genere, di animali, ecc.), furti e scippi, molestie, lutti improvvisi e/o prematuri, incidenti (stradali e di altro tipo), interventi chirurgici, traumi sportivi, parti traumatici, asfissie, ustioni, grosse cadute, ed altro ancora.

Ma a volte anche solo assistere a qualcuno di questi eventi può avere effetti molto forti ed essere vissuto in modo traumatico.

 

Esistono poi anche i traumi complessi, o cumulativi, (vissuti quasi sempre durante l'infanzia e l'adolescenza): abusi, maltrattamenti, trascuratezza emotiva, abbandoni, violenze di vario genere (fisiche e psicologiche) e altro ancora che, nell'esperienza infantile, sono state reiterate - spesso per anni - e la cui cura deve essere affrontata anche con un serio e costante percorso psicoterapeutico. 

 

La sostanziale differenza quindi tra traumi da shock e traumi complessi è che questi ultimi sono stati subìti principalmente in età evolutiva e spesso per lungo tempo, ma soprattutto i traumi complessi hanno una forte caratterizzazione relazionale e quindi minano fortemente la persona, condizionando l'intero suo percorso evolutivo. Il motivo principale è che in questo caso il trauma viene inflitto da una persona che in origine dovrebbe proteggere, prendersi cura, educare (genitore, parente stretto, insegnante, ecc.) e che invece agisce una qualche forma di violenza che diviene, col tempo, devastante nei suoi effetti globali (a livello cognitivo, emotivo e neurofisiologico).


L'intensità e la percezione del trauma sono un fatto molto personale: per qualcuno subire un incidente stradale, ad esempio, può non lasciare grosse tracce, per altri può avere un impatto particolarmente forte negli esiti a medio e lungo termine.

Per questo motivo gli studiosi affermano, ormai da tempo, che il trauma non consiste tanto nell'evento in sè, quanto nella traccia che quest'evento lascia dentro di noi e nel modo in cui la nostra mente e il nostro corpo reagiscono.

 


Quali sono gli effetti?

La nostra neurofisiologia si è evoluta da centinaia di migliaia di anni in modo sapiente per far fronte agli eventi stressanti o addirittura terribili. Ma se ciò che abbiamo vissuto è stato troppo veloce e/o improvviso o troppo intenso, il nostro Sistema Nervoso non ha potuto completare la naturale reazione al pericolo, cioè la risposta di movimento (attacco o fuga) che garantisce la nostra sopravvivenza. E così queste reazioni (terrore, disorientamento, ecc.) rimangono bloccate, congelate, anche nel nostro corpo.

 

L'effetto globale che avvertiamo è una qualche forma di disconnessione (detta pure dissociazione), che può avvenire ad un qualsiasi livello della nostra esperienza personale: mentale, emotivo, corporeo. Questa disconnessione può anche non essere percepita e, nei casi più gravi, può portare a una forte compromissione del nostro senso d'identità colpendo funzioni fondamentali quali coscienza, memoria e percezione (di sé e della realtà).

In particolare gli effetti possono essere acuti o cronici e possono svilupparsi una serie di sintomi che a volte (non sempre) vengono riconosciuti come Disturbo da Stress Post -Traumatico (PTSD): paure e fobie, ansia diffusa, angoscia e panico, flashback, pensieri ossessivi, reazioni emotive ridotte o eccessive, comportamenti evitanti, tachicardia, difficoltà nelle varie funzioni vitali (dormire, mangiare, ecc.), stanchezza cronica, irrequietezza, sindromi psicosomatiche varie (cefalee, colon spastico, dolori al collo e alla schiena, ecc.) ed altro ancora.

 

Sembra essere ormai certo che il trauma, l'esperienza shoccante, sia l'origine di molti disturbi, anche gravi.

Ma una cosa dovrebbe essere chiara: la reazione traumatica  è una reazione normale a un evento anormale, cioè è qualcosa di fisiologico, non patologico!

Questa reazione diventa disfunzionale, cioè patologica, nel momento in cui si presentano sintomi che invalidano del tutto o in parte la possibilità di condurre una vita normale. Questi sintomi, se riusciamo a riconoscerli, possono farci ipotizzare un legame con l'esperienza traumatica e quindi orientarci più facilmente verso percorsi di cura e/o supporto adeguati.

 

La strada verso la guarigione potrà essere anche lunga e dolorosa, potrà avere battute d'arresto e sembrare, a volte, senza uscita. Ma se abbiamo vicino a noi un alleato, una guida che ci aiuti in questi momenti difficili, un terapeuta saldo e fiducioso, allora piano piano il percorso di recupero e re-integrazione potrà essere fatto.

Anzi, e non sembri utopia, questo percorso può portare a considerare il proprio trauma, addirittura una risorsa, cioè un'esperienza che nel tempo può permetterci di rafforzare la nostra identità, il nostro senso di potere e di sicurezza nell'affrontare le difficoltà e gli stress della vita (resilienza).

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